La progettazione per il recupero di un immobile storico deve nascere dalla comprensione delle stratificazioni dell’esistente, studiarne la forma e adattarsi ad essa. Interpretare questi dati permette di effettuare una scelta progettuale che, con rispetto, rinnova ed evidenzia i valori storici del manufatto e le sue peculiarità e, allo stesso modo, elimina con decisione e convinzione le incongruità presenti. Il progetto rifunzionalizza il palazzo, elimina le superfetazioni, colloca nuovi elementi architettonci che dialogano e rinterpretano i fondamenti classici dell’architettura. Il compito, è quello di alimentare un nuovo processo generativo, scaturire un dialogo con la città, iniziare un’operazione complessa, che vuole contribuire a rendere nuova centralità questo frammento urbano dimenticato.
L’opera di restauro di Palazzo Frisini è il punto di partenza. Un’azione globale, che interessa in uguale misura sia l’esterno, con il restauro dei tre fronti principali in pietra, sia l’interno, attraverso l’attento studio della pianta, delle volte, dei collegamenti verticali e della luce naturale. Ma non basta, l’edificio deve soddisfare un bisogno della città, servire per la cittadinanza. La rifunzionalizzazione è’ un atto fondamentale per conservare e recuperare un palazzo storico. La funzione genera nuove esigenze e nuove possibilità architettoniche.
Di queste, le principali sono il recupero della corte, con la sottrazione dei volumi incongrui e l’addizione di un elemento architettonico nuovo, che svuota la facciata esistente: un balatoio che dialoga nella forma e nei materiali con il fabbricato. Il guadagno è triplice. Il nuovo telaio rivestito in pietra permette di eliminare l’intera facciata retrostante. Si possono aprire finestre a tutta altezza, che illuminano in abbondanza i locali interni per una maggiore fruibilità e vivibilità degli spazi. Inoltre, la nuova architettura dialoga strutturalmente con l’edificio storico con un miglioramento sismico consistente.
Infine, la facciata è impreziosita, e migliora il luogo circostante che non è più un retro chiuso buio e abbandonato, ma è’ una piazza urbana che nasce da uno spazio aperto ripulito ed ampliato. Rappresenta il cuore dell’integrazione spaziale col contesto urbano e genera un effetto dinamico di valorizzazione reciproca fra edifici con la loro articolazione storica e la nuova architettura in pietra e vetro. Non secondaria è la progettazione dell’entrata, cerniera tra l’interno e l’esterno. Palazzo Frisini si lega a Taranto attraverso tre ingressi: i due principali si affacciano su via Mazzini, un terzo, tamponato, su via Minniti. Per relazionare la città all’edificio e al nuovo processo architettonico, sono stati pensati tre nuovi portali che si appoggiano sull’esistente. Sono elementi leggeri, che invitano il cittadino ad entrare, a varcare la soglia, scaturendo la curiosità di conoscere le nuove opportunità che si hanno all’interno.